Seicentosessantatre, saluti e baci.
La seconda edizione del Poker Concept si chiude con un bell’uno senza deal firmato Mario Ripepi, che porta a casa 100.000 euro mettendosi dietro un esercito di giocatori.
Ok, il tabellone segnava 764 ingressi, ma i 100 re-entry non fanno testo, pur facendo cassa. E allora eccolo, raggiante come un fanciullo al luna park, elargire sorrisi come se non ci fosse un domani. Legittimo, direte voi: centomila euro non sono un premio che in Italia si vede così di frequente:
“Non è il mio lavoro, nella vita faccio l’agente immobiliare – esordisce Mario – ma il sogno di una bella vittoria lo inseguivo da tempo. Tante deep-run sfumate, il colpaccio l’ho visto passar davanti più volte ma questa volta sentivo di meritarmelo. Gioco a poker dal 2006, quando dall’Italia si poteva giocare ancora sul ’dot com’, e questo è il mio miglior risultato in carriera.”
Mario partiva in testa al count e ha chiuso in prima posizione: successo scontato? Assolutamente no…
“Il field era piuttosto duro, Coda e Karakashi sono davvero tosti da affrontare ma sentivo che poteva essere il mio momento. Se c’è stato un momento in cui ho pensato di poter far mio il torneo? Sì, ma soltanto verso la fine. Sono riuscito a portare avanti un bluff dopo aver mancato una scala e da lì in poi ho avuto la sensazione di potercela fare. Penso di aver inflitto un colpo forte ai miei avversari, di averli piegati moralmente.”
Eppure il torneo non è stato sempre in discesa, specialmente al Day3:
“A T30.000 sono rimasto con poco più di dieci big blind, eravamo 24 left. Poi ho avuto un rush incredibile durato una ventina di minuti, dove ho centrato prima un triple-up, poi un altro raddoppio e ho continuato a vincere altri piatti portandomi sopra quota 4 milioni.“
Sebbene non si tratti della sua professione, Mario confessa di non aver nemmeno pensato a un deal:
“Dopo il filp 9-9/A-Q contro Denis, che ha dato una svolta importante al mio torneo, ho pensato a dare il mio meglio, come nel corso dell’intera giornata d’altronde. Per quanto concerne il deal non è mia abitudine farlo e onestamente non mi pareva nemmeno che gli avversari fossero propensi a trovare un accordo. Pensavo soltanto a portare a casa il torneo, lo volevo con tutte le mie forze ed è andata nel migliore dei modi!“
E allora complimenti al buon Mario Ripepi, che da oggi avrà una ragione in più per credere in sé stesso come giocatore:
“fare il professionista? Mah, se vincessi un milione potrei rifletterci, per ora resta soltanto una grande passione!“