Quotazione Bitcoin in calo: colpa dei miner?

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La quotazione del Bitcoin in questo 2024 non sembra reggere il confronto con le performance dello scorso anno.

E’ evidente anche solo a uno sguardo rapido dei grafici. E’ anche sorprendente se si pensa al contesto e agli eventi che hanno interessato la criptovaluta, tutti di marca più o meno positiva.

Dunque, è lecito chiedersi cosa non stia andando per il verso giusto, a cosa sia dovuto questo calo. Ebbene, un famoso exchange ha fornito una risposta suggestiva e controintuitiva, ma che risulta logica a una prima analisi. Ne parliamo qui.

Cosa sta succedendo al Bitcoin

Prima di lanciarci nelle elucubrazioni di questo famoso exchange facciamo il punto della situazione. Il Bitcoin ha percorso nel 2023 una camminata trionfale, aumentando il suo valore (in dollari) di oltre il doppio. Certo, di tanto in tanto ha prodotto movimenti in laterale, ancora più raramente ha disegnato dei ritracciamenti, ma il trend è stato molto chiaro. Il 2024 era iniziato sotto i migliori auspici: un Bitcoin in crescita e notizie positive provenienti dai regolatori.

Il riferimento è, manco a dirlo, all’approvazione di alcuni ETF spot da parte della SEC, il massimo organo di vigilanza degli Stati Uniti. Un evento che ha dato lustro a Bitcoin e ha posto le basi per l’entrata in scena di nuovi investitori, per un aumento significativo della liquidità. Non è solo una questione reputazione, ma anche tecnica: un ETF, per poter funzionare, deve generare scambi dell’asset sottostante.

Le prospettive a breve-medio termine erano poi sostenute dall’approssimarsi dell’halving, il consueto taglio della produzione ex-mining che interessa il Bitcoin con regolarità. L’halving produce una riduzione delle unità di criptovaluta in circolo, il ché muove il rapporto domanda-offerta a favore della prima. Secondo le più elementari leggi dell’economia, ciò stimola un aumento dei prezzi.

Eppure, il Bitcoin è in calo. Sia chiaro, non è un calo vistoso e drammatico. Siamo passati dai quasi 47mila dollari di metà gennaio agli oltre 39mila di fine gennaio, per poi assistere a una graduale ma faticosa ripresa a febbraio. Comunque, niente a che vedere con gli aumenti attesi dopo l’approvazione degli ETF.

La colpa del calo delle quotazione Bitcoin forse è dei miner

Cosa sta succedendo? Perché il Bitcoin non sta rispondendo alle positive sollecitazioni esterne? Secondo Bitfinex, la responsabilità sarebbe da attribuire ai miner, ovvero a quella peculiare frangia di investitori impegnata a “minare” i Bitcoin, ovvero a calcolarne i codici e quindi immettere nel mercato nuove unità di valuta. La loro funzione è fondamentale in quanto compensa l’assenza di una banca centrale emittente.

Ebbene, questi miner, sempre secondo Bitfinex, avrebbero intrapreso manovre per far fronte all’imminente halving.

L’halving dimezza la quantità di criptovaluta minabile, e di conseguenza compromette gli introiti dei miner. Questo semplice ragionamento ha spinto molti miner a capitalizzare il picco positivo di Bitcoin e quindi a vendere le criptovalute che avevano in deposito. Insomma, una sorta di vendita allo scopo di compensazione, battendo il ferro finché era caldo. Ciò ha causato mini-ondate di ipervenduto, con tutto ciò che ne consegue per la quotazione del Bitcoin.

Le prospettive

Cosa dire sull’immediato futuro? In realtà, Bitfinex paventa ottimismo. La manovra dei miner sarebbe stata in qualche modo estemporanea e dovrebbe presto esaurire i suoi effetti. Anzi, potrebbe averli già esauriti, se si considerano i tentativi di recupero del Bitcoin dal minimo più che mensile del 22 gennaio.

Gli elementi di contesto rimangono positivi. Di nuovo, il riferimento è all’approvazione degli ETF, l’halving imminente e, più in generale, le rinnovate speranze di integrazione economica-finanziaria del Bitcoin. Semplicemente, si è verificata una serie di coincidenze, ovvero la sovrapposizione di un periodo positivo della criptovaluta con la vicinanza dell’halving.

Tutto ciò al netto di una dinamica che non va mai dimenticato: stiamo pur sempre parlando di criptovalute, e dunque intrinsecamente volatili e imprevedibili… Più di qualsiasi altro asset tradizionale.