Gli ETF sui Bitcoin sono stati approvati da poco e già promettono di rivoluzionare il mercato, di segnare un primo e un dopo non solo nel contesto delle criptovalute ma anche in quello più ampio della finanza. Il motivo è semplice: hanno segnato l’esordio di prodotti derivati spot sulla celebre criptovaluta, e non sui contratti future, come è accaduto (con ben poco successo) nel 2021.
Già oggi, a una settimana dall’approvazione, è possibile fare un primo punto della situazione. Come stanno andando gli ETF sui Bitcoin? Scopriamolo.
ETF Bitcoin: i dati più recenti
Senza troppi giri di parole, possiamo affermare che gli ETF sui Bitcoin stanno andando molto bene. Hanno attratto una liquidità imponente, persino maggiore di quella che ci si aspetterebbe da uno strumento nuovo, e quindi supportato dalle aperture di credito che vengono concesse in questo caso, finanche dall’onda dell’entusiasmo.
E d’altronde i dati non lasciano adito a fraintendimenti. Secondo le rilevazioni di Bloomberg Intelligence, e come dichiarato dall’analista del medesimo dipartimento James Seyffart su Twitter (anzi, su X), al 17 gennaio i nuovi ETF su Bitcoin avevano registrato un volume di 10 miliardi di dollari.
Interessante è anche la ricerca di BitMEX, che ha analizzato i guadagni netti dei vari ETF. A quanto pare, a performare meglio è stato l’iShares Bitcoin Trust, ETF targato Blackrock, che ha segnato un aumento di ben 700 milioni di dollari.
Le reazioni dei mercati e dei policy maker
A questo punto, è utile anche guardare alla reazione dei mercati. Ebbene, essa appare piuttosto contrastante. Se è vero che gli ETF sul Bitcoin stanno andando molto bene, lo stesso non si può dire del Bitcoin vero e proprio, ovvero del BTCUSD, che staziona ai minimi di circa quattro mesi. Al momento in cui stiamo scrivendo (19 gennaio), fa segnare un valore di poco superiore ai 41mila. Nella giornata dell’8 gennaio, quando l’approvazione sembrava cosa fatta, ha sfiorato i 47mila.
Da cosa dipende questo calo? I più ottimisti potrebbero assegnare a questi movimenti un fisiologico effetto rimbalzo. L’approvazione degli ETF è stata scontata in anticipo, la notizia ufficiale ha provocato – sull’onda dell’entusiasmo – una fiammata verso l’alto. Per contestualizzare il tutto, è bene ricordare che un anno fa il Bitcoin valeva “solo” 22mila dollari.
Per quanto riguarda i policy maker, la notizia degli ETF Bitcoin sembra essere passata in sordina. In genere le dichiarazioni sono alimentate da eventi negativi e scandali, e hanno carattere di monito. Questo silenzio, o per meglio dire questa prudenza, potrebbe essere quindi intesa come un segnale positivo dagli amanti del Bitcoin.
In realtà, un policy maker ha parlato, e lo ha fatto per mettere le cose in chiaro. Stiamo parlando di Gary Gensler, che di recente ha rilasciato una intervista a Cnbc.
Il presidente della SEC ha fugato ogni dubbio circa una SEC improvvisamente pro-criptovalute. Infatti, ha dichiarato che con l’approvazione degli ETF Bitcoin, l’istituto “non ha approvato il Bitcoin in sé, né lo ha appoggiato”. Insomma, una presa di distanze molto netta, anche a giudicare dalle parole successive, che hanno messo a confronto prodotti derivati sulle materie prime e criptovaluta. “Gli asset sottostanti agli ETP sui metalli hanno usi industriali e di consumo, mentre al contrario Bitcoin è principalmente un asset speculativo e volatile, utilizzato anche per attività illecite come ransomware, riciclaggio di denaro, evasione delle sanzioni e finanziamento del terrorismo”.
Chiaro e anzi lapidario il monito finale. “Gli investitori dovrebbero rimanere cauti riguardo alla miriade di rischi associati al bitcoin e ai prodotti il cui valore è legato alle cripto”.
Le dichiarazioni di Gary Gensler dovrebbe essere intese come una legittima operazione di posizionamento, soprattutto rispetto agli entusiasmi di questi giorni.