EFT sul Bitcoin: ci siamo! Cosa succede adesso

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ETF Bitcoin

E’ finalmente giunta la notizia che tutti gli appassionati di Bitcoin si aspettavano: gli ETF sui Bitcoin sono stati finalmente approvati. La SEC ha comunicato la decisione nella giornata del 10 gennaio, ore 20.45 (ore italiane).

Una decisione storica, non solo per coloro che a vario titolo investono o vorrebbero investire sul Bitcoin, ma per il mondo delle criptovalute in generale e, sotto certi punti di vista, per il mondo della finanza nella sua totalità.

In questo articolo forniamo qualche dettaglio sull’approvazione degli ETF sul Bitcoin da parte della SEC, descriviamo la reazione dei mercati e proponiamo una riflessione sul futuro.

Perché si tratta di un punto di svolta

I motivi per considerare storico questo momento ci sono tutti. Tanto per cominciare, stiamo parlando di asset realmente inediti. I più attenti tra di voi ricorderanno che degli ETF sui Bitcoin esistono già dal 2021. Si tratta però di ETF sui contratti future, che non hanno come sottostante la criptovaluta, bensì un derivato. Quelli approvati il 10 gennaio dalla SEC sono ETF spot, ovvero prodotti che si agganciano alle performance della criptovaluta in maniera pressoché diretta.

Rilevante è anche il fatto che questo esordio in borsa di Bitcoin sia mediato da uno strumento così peculiare come l’ETF. Per chi non lo sapesse, gli ETF sono strumenti di risparmio gestito passivi. Di fatto, chi acquista un ETF acquista le quote di un fondo che si muove in maniera quanto più possibile fedele all’asset di riferimento. In buona sostanza, le oscillazioni di prezzo si trasformano in rendimento. Un dettaglio non di poco conto, se si considera il trend positivo che coinvolge Bitcoin da più di un anno (seppur intervallato da alcuni ritracciamenti al ribasso).

Perché la SEC ha approvato gli ETF sul Bitcoin

Non è la prima volta che la SEC riceve una richiesta di approvazione di strumenti a base Bitcoin, e non è nemmeno la prima volta che, tra questi strumenti, figurino proprio gli ETF. In passato, però, la SEC ha sempre rigettato le richieste. Cos’è cambiato? Perché la SEC ha finalmente detto di sì?

I più ottimisti potrebbero pensare a una inversione a U della SEC, a un cambio di paradigma, alla maturazione di un sentiment positivo circa le criptovalute.

Più realisticamente, le richieste questa volta sono state accompagnate da una infrastruttura solida degli strumenti in oggetto. La SEC ha richiesto una mole di documenti abnorme, i richiedenti li hanno consegnati, dimostrando la sostenibilità dei loro ETF.

Ha certamente contato il fatto che, a proporre gli ETF sul Bitcoin, siano stati alcuni colossi del risparmio gestito, come Blackrock. Non in virtù della sola forza del brand ovviamente, bensì del loro know how, della capacità di progettare strumenti sicuri (per quanto possibile visto la peculiarità dello strumento) e in grado di rispettare le normative.

Cosa succede adesso

L’approvazione era nell’aria, sicché molti investitori hanno già scontato il sì della SEC. Secondo molti analisti, è a ciò che si deve il trend positivo degli ultimi mesi. Cionondimeno, la comunicazione della SEC ha generato una reazione importante, fin dalla mattina dell’8, quando – anche a causa di alcune leaks – era chiaro che gli ETF avrebbero ricevuto l’approvazione.

Nel giro di tre giorni, il Bitcoin è passato da 43.313 dollari a quasi 47.000. Un aumento del 10% che appare solido ma che, allo stesso tempo, non sembra – per entità – soffrire dello stigma della volatilità, dell’euforia del momento.

Ciò che più conta, la capitalizzazione ha superato quota 1.000 miliardi. E d’altronde è proprio questa una delle conseguenze concrete dell’esordio degli ETF sul Bitcoin: l’aumento degli scambi, che porta a un aumento della liquidità. E’ il meccanismo degli ETF a spingere questa dinamica.

Cosa succede adesso? Le conseguenze saranno per l’appunto tecniche e reputazionali. Dal punto di vista della reputazione, Bitcoin e in generale le criptovalute, aggiungono un tassello importante alla conquista dello status di “asset normale e dignitoso”. Dal punto di vista tecnico, e almeno per un po’, i prezzi potrebbero essere sostenuti da un aumento dell’offerta, trainato dalle attività correlate alla gestione degli ETF e alla possibile entrata in scena di molti investitori.