Bitcoin estremamente volatile [2-5 gennaio 2024]: che sta succedendo?

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Bitcoin volatile a inizio 2024

Il bitcoin sembra correre sulle montagne russe in questo primo scorcio del 2024, in una sorta di riedizione anacronistica dei movimenti di qualche anno fa.

Il sali-scendi che ha coinvolto la criptovaluta più famosa del mondo ha colto di sorpresa molti investitori, alimentando i dubbi sulla tanto agognata stabilità e sull’accesso del bitcoin medesimo nell’alveo degli asset normali.

E’ dunque lecito chiedersi cosa stia accadendo. Ebbene, una risposta c’è. Ne parliamo in questo articolo.

Un inizio di gennaio molto mosso

Prima di passare alle spiegazioni e alle riflessioni, facciamo il punto della situazione. Il Bitcoin nel 2023 si è reso protagonista di un’ascesa importante, che l’ha portato da 16.529 dollari a 42.141 dollari. Un percorso netto sporcato qua e là da ritracciamenti e da qualche sprazzo di volatilità, comunque manifestatosi lungo orizzonti temporali tutto sommato accettabili e di certo non preoccupanti per coloro che puntavano alle posizioni long.

A inizio anno, e più precisamente nel periodo 2-5 gennaio, una discesa inattesa, quasi verticale se si considera la velocità con cui si è manifestata. Nella mattinata del 3, per esempio, il Bitcoin è passato da 45.362,90 dollari a 42.127,90 dollari.

Una svalutazione di circa il 7% che ha fatto temere a molti il peggio. Poi, la risalita, sebbene non altrettanto rapida e funestata da vari ritracciamenti e cambi di passo, fino agli oltre 44.000 dollari del 5 gennaio inoltrato.

Insomma, il Bitcoin sta attraversando un periodo di grande volatilità. A cosa è dovuto? Rispondiamo nel prossimo paragrafo.

Una spiegazione per la volatilità

E’ difficile individuare le ragioni della volatilità di una criptovaluta. Rispetto a tanti altri asset, non presenta molti collegamenti con attività economiche, istituzioni etc. al netto della grande suscettibilità all’ambiente extra-mercato che manifestano praticamente da sempre.

In questo caso, la ragione è però abbastanza chiara: la tensione attorno alle decisioni della SEC, Security Exchange Commission.

Il più importante organo di vigilanza finanziaria degli Stati Uniti (e quindi del mondo) è chiamato a decidere sull’approvazione di alcuni ETF sul Bitcoin. ETF spot, non future come quelli attualmente a disposizioni, e quindi dotati di un grande significatiosimbolico.

Qualora questi ETF venissero approvati, si aprirebbe un nuovo capitolo per il Bitcoin. Ciò sancirebbe l’entrata della criptovaluta nell’alveo degli asset “normali”, dignitosi anche agli occhi dei più scettici. Imponenti sarebbero anche gli effetti concreti, con un balzo dei volumi di scambio, voi per ragioni tecniche (gli ETF impongono un certo movimento) sia per ragioni di immagine.

Gli ETF sui Bitcoin verranno approvati?

La volatilità è ovviamente causata dall’incertezza circa la decisione della SEC, dal rilascio di informazioni, pareri e opinioni che da un lato fanno pensare a una pronta approvazione e dall’altro danno poco adito a speranze.

Cosa si può dire a riguardo? I più pessimisti citano le ultime decisioni della SEC, che hanno dimostrato una certa freddezza riguardo al mondo crypto. Il riferimento è alla richiesta di Binance di creare una regolamentazione ad hoc, a cui è seguito un netto rifiuto della SEC, che ha ribadito l’adeguatezza dell’impianto normativo esistente.

I più ottimisti, invece, fanno riferimento ad alcuni movimenti della SEC medesima, che sembrano suggerire un’apertura o comunque un crescente interesse per il mondo delle criptovalute. Un esempio? L’incontro in programma tra il presidente della SEC e il suo omologo della Corea del Sud, paese che di recente ha approvato una normativa moderna sulle criptovalute, e che secondo alcuni avrà come argomento principale proprio le valute digitali.

Senza dimenticare le voci di corridoio di Fox Business, che parlano di incontri tra funzionari SEC e rappresentanti dei mercati che intendono quotare i prodotti a base crypto, tenutosi (sempre secondo queste dicerie) il 3 gennaio.

Sullo sfondo, i pronostici di alcuni think tank. Per esempio, quelli di Eric Balchunas, analista di Bloomberg, secondo cui vi è il 90% di possibilità che la SEC approvi gli ETF.