Barry Greenstein rimpiange Macao e le sue partite di Cash Game con i cinesi

0
808

[RexpansiveSection section_name=”” color_bg_section=”” image_bg_section=”” id_image_bg_section=”” video_bg_url_section=”” video_bg_id_section=”” video_bg_url_vimeo_section=”undefined” dimension=”full” margin=”” layout=”fixed” block_distance=”0″ full_height=”” custom_classes=”” section_width=”” responsive_background=””][RexpansiveBlock id=”block_0_0″ type=”text” col=”1″ row=”1″ size_x=”12″ size_y=”2″ color_bg_block=”” image_bg_block=”” id_image_bg_block=”” type_bg_block=”” video_bg_id=”” video_bg_url=”” video_bg_url_vimeo=”” photoswipe=”” linkurl=”” image_size=”” overlay_block_color=”” zak_background=”” zak_title=”” zak_side=”” zak_icon=””]

Barry Greenstein si racconta nell’interessante Podcast con Joe Ingram. Parla dei primi anni di Macao e del rimpianto di non aver preso parte alle partite di cash game. 

Quando Joe Ingram intervista i giocatori ne escono spunti sempre interessanti. E quando dall’altra parte del microfono c’è Barry Greenstein potete stare certi che non dirà mai cose banali. Così è stato, visto che il team pro Pokerstars parla degli albori di Macao e delle incredibili partite di cash game alle quali non ha preso parte. Insomma un viaggio a ritroso, con tanti rimpianti, soprattutto vedendo i risultati di alcuni colleghi. 

Nel viaggio temporale di Barry Greenstein si torna indietro di almeno 10 anni. E’ a Macao per giocare un torneo di Pokerstars e con lui ci sono anche Johnny Chan e John Juanda. Una volta eliminati dal torneo, quest’ultimi due decidono di gettarsi nella mischia del cash game, mentre Barry si rifiuta in quanto capisce (o forse fraintende) che la rake sui tavoli cash è al 5%. In realtà scoprirà due anni dopo che quel 5% era il cap su un pot da 2.000 dollari, sui cui poteva contare il casinò come rake. Un errore non da poco per uno come lui. 

E così, mentre lui tornerà anche l’anno seguente a Macao come turista, Chan e Juanda continuano a macinare soldi ai tavoli cash. Il motivo reale lo scoprirà solo nel suo terzo viaggio nell’isola. Infatti capito l’arcano (o l’errore) sul cap al 5%, Greenstein prende posto ai tavoli cash game e si siede con 20.000 dollari. “Mi bastò la prima mano, per capire tutto quello che mi ero perso nei due anni precedenti”, dichiara il player americano. Infatti con Q-Q ottiene un pot da quasi 50.000 dollari contro un cinese che si gioca il tutto per tutto con A-7

Barry Greenstein

Fu solo in quel momento che mi resi conto dell’errore di valutazione che avevo fatto. Non erano giocatori di poker quei cinesi, ma di Baccarat. Per loro non c’erano board da giocare. Esisteva solo allin o fold. In pratica per loro il gioco era tutto qui. Una manna dal cielo per un giocatore come me. Infatti in un solo giorno ho vinto tantissimo e li sono iniziati i miei rimpianti.Purtroppo da li a poco quelle partite si sono esaurite, con i vari player cinesi che hanno iniziato ad alzare bandiera bianca, oppure sono saliti a livelli che attualmente non mi posso permettere”. 

Rimpianti che aumentano a dismisura per Barry Greenstein, quando il discorso torna su Johnny Chan e John Juanda. “Se avessi seguito il loro esempio adesso avrei il triplo dei soldi in banca. Hanno vinto così tanto denaro in quei due anni, che entrambi potrebbero anche permettersi di non giocare più e dedicare la loro vita ad altro. Non entro nelle cifre, ma vi posso assicurare che i loro bankroll sono quadruplicati a Macao. E pensare che alla vigilia di quel primo viaggio, il mio di bankroll era più grande dei loro messi assieme”. 

Insomma rimpianti e mea culpa senza sosta per Barry. E alla domanda se sia ancora possibile divertirsi a Macao nelle partite cash game, la sua risposta è secca. “E’ possibile, ma adesso solo a livelli altissimi. Partite nelle quali si possono avvicinare giocatori del calibro di Ivey e Dwan. Livelli che sono fuori dalla portata del mio attuale bankroll”. 

[/RexpansiveBlock][/RexpansiveSection]