Giuliano Bendinelli: “Aneddoti falsi sul poker, vi svelo le skill”

0
721
giuliano bendinelli

Fonte immagine Giuliano Bendinelli: PokerStars Brasil su X (ex Twitter)

Sono finalmente arrivate le immagini e la voce del tanto atteso discorso che Giuliano Bendinelli ha tenuto presso il TEDx di Torino. Il giocatore ligure, uno dei più vincenti a casa nostra nella storia del poker live è intervenuto al teatro Regio del capoluogo piemontese. La sua presenza era legata al tema del convegno, ovvero “l’ascolto generativo”.

In un contesto del genere, Bendinelli ha potuto “prendere le difese” dell’intero movimento pokeristico, sia italiano che mondiale. Del resto, purtroppo, viviamo in un periodo in cui ci sono ancora dei falsi miti attorno al poker. Giuliano, dal canto suo, ha speso parole importanti che dovrebbero restare scolpite nelle menti di chi si fa idee sbagliate della community.

Giuliano Bendinelli a sostegno del poker

Una delle frasi che ci sono rimaste più impresse da parte di Giuliano Bendinelli – ripresa anche dai colleghi di Grinderlabpoker – è quella relativa ai “falsi miti” sul poker. Eccola nel dettaglio: “Ci sono aneddoti leggendari con contorni melodrammatici: si è giocato la casa, si è giocato la zia, ha perso le mutande. Spillare le carte fumando una sigaretta con la cenere che di tanto in tanto cade e bruciacchia il panno verde è una istantanea suggestiva per registi e romanzieri, ma non è così che stanno le cose realmente”.

Dopo aver speso anche belle parole per Chris Moneymaker, Giuliano ha preso ad esempio proprio il suo trionfo nel Main Event WSOP 2003. La conferma perfetta della democrazia che vige nel mondo del poker: “Ogni giocatore paga la stessa quota di ingresso e riceve in dote lo stesso a montare di chips. Sta poi all’abilità di ognuno giocarsi le proprie carte al meglio”.

Come diventare forti a poker

Infine Giuliano Bendinelli fa capire cosa serve per poter giocare bene a poker e ottenere risultati nel medio e lungo periodo: “Bisogna sapersi ascoltare. C’è la logica e c’è l’istinto. Ho iniziato a giocare a poker anche e soprattutto per l’amore che nutrivo e che nutro tuttora nei confronti della matematica. E nella maggior parte delle decisioni prese nella mia vita ho fatto prevalere il valore dei numeri, calcoli, statistiche, percentuali. Un professional poker player non avete idea delle tabelle che ha in testa. C’è la tecnica, c’è il gioco, c’è la scuola, c’è la scuola. C’è la tecnica e la tattica”.