La terribile previsione di Deutsche Bank sul Bitcoin

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Deutsche Bank, la più importante banca commerciale della Germania, va controcorrente e prevede tempi bui per il Bitcoin. Esatto, proprio ora che la criptovaluta ha segnato un colpo importante, ovvero l’approvazione degli ETF spot da parte della SEC.

Nello specifico, Deutsche Bank prevede una svalutazione colossale da qui a un anno, una riduzione del valore sul dollaro di oltre il 50%.

Su cosa è fondata questa previsione? E’ veramente affidabile? Nell’articolo che segue cerchiamo di rispondere a queste domande.

Le previsione di Deutsche Bank

Deutsche Bank prevede un Bitcoin sotto i 20.000 dollari entro un anno. Una previsione particolare, se non addirittura strana. In primis, perché il Bitcoin è attualmente sopra quota 40.000 dollari, e quindi se tale previsione si avverasse, la criptovaluta perderebbe oltre metà del suo valore. In secondo luogo, perché, almeno in linea teorica, questi sono tempi interessanti per il Bitcoin, galvanizzato dall’esordio degli ETF spot da un lato e dall’imminente halving dall’altro.

Sulle prime, si potrebbe pensare al solito approccio negativo delle istituzioni, al sentiment pessimista sulle criptovalute che da sempre caratterizza i maggiorenti della finanza.

La verità è diversa. La previsione di Deutsche Bank non nasce da una valutazione di questo o quell’analista, ma da… Un sondaggio. Nello specifico, un sondaggio per rilevare la percezione degli investitori comuni. La ricerca ha coinvolto un campione importante (ma non molto massiccio), composto da 2.000 persone residenti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europea. Lo scopo, dunque, era indagare il sentiment in ambito crypto retail.

Ebbene, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che, stando alla sua opinione, il Bitcoin si porrà sotto i 20.000 dollari entro un anno. Ancora più interessante, però, è analizzare i dati disaggregati, per fascia di prezzo e per origine geografica.

I risultati del sondaggio di Deutsche Bank

Partiamo dal dato più importante. Oltre il 35% degli intervistati crede che il Bitcoin scenderà sotto i 20.000 dollari. Di molto inferiori le percentuali che riguardano le altre fasce di prezzo. Per esempio, meno del 15% crede che il Bitcoin si porrà nel range 20.000-40.000. Stesso discorso per chi pensa a un range 40.000-75.000. La percentuale di chi crede a un Bitcoin al di sopra dei 75.000 dollari è invece abbastanza più bassa, vicina al 10%.

Se si guarda ai dati per provenienza geografica si scoprono però alcuni dettagli interessanti. Per esempio, che gli Stati Uniti sono allo stesso tempo i più pessimisti e i più ottimisti. Sono loro a esprimere le maggiori percentuali sia di coloro che credono a un Bitcoin inferiore ai 20.000, sia di coloro che credono a un Bitcoin superiori ai 75.000.

Più omogenee sono le opinioni degli europei, le cui percentuali riflettono il dato generale. I più pessimisti in assoluto, invece, sono gli investitori del Regno Unito.

Il punto sul Bitcoin

Le opinioni di un campione importante ma tutto sommato ristretto di investitori rappresentano un indicatore della fiducia, anzi della sfiducia, di cui gode Bitcoin ma ovviamente non vanno prese per oro colato. Anche perché, allo stato attuale, sono numerose le argomentazioni che giustificano un certo ottimismo.

Il riferimento è alla già citata approvazione degli ETF spot su Bitcoin, che sembra segnare l’inizio di una nuova era per la criptovaluta. Un’era di integrazione nel sistema finanziario prima e ed economico poi.

Il riferimento è anche a un fenomeno di tipo prettamente tecnico, ma che avrà delle ripercussioni anche sui mercati: l’halving, che è previsto per quest’anno.

L’halving è il processo automatico, che si attiva ogni quattro anni, di riduzione delle unità di Bitcoin ricavabili da attività di mining. Di base, halving significa meno Bitcoin e meno Bitcoin, almeno in linea teorica (ovvero secondo la legge della domanda e dell’offerta) significa aumento dei prezzi.