La testata all’EPT di Praga: ecco la versione di Michele Nizzardelli

Michele Nizzardelli testata ept

In queste ore, in Italia, e non solo, nel settore del Poker si sta parlando tantissimo dell’episodio avvenuto all’EPT di Praga che avrebbe visto un giocatore italiano dare una testata ad un avversario con conseguente squalifica.

Stamattina mi trovo in compagnia di Alessandro Galietta, professionista affermato che gode di tutta la mia stima, principalmente, come persona. Girando sui social si imbatte su questo episodio e mi dice: “Conosco molto bene Michele, è una bravissima persona, molto a modo, chissà cosa sarà successo per farlo arrivare a questo.”

Così gli chiedo di scrivergli e di metterci in contatto e, per quanto la testata non sia un gesto giustificabile, ritengo comunque corretto portare alla luce anche la sua versione dei fatti dove l’episodio scaturisce da più di un’azione scorretta da parte dell’avversario, come potrete leggere e non è corretto ridurre il tutto ad ‘una testata’. Ecco cosa ci ha raccontato:

“La testata è stata lievissima, per protezione…immaginavo volesse lui colpirmi!

Io ho perso con lui una mano 5 minuti prima con AK e lui K9, non ho detto una parola, 9 al turn per lui. Dopo 10 minuti, ultimo colpo, io AK picche e lui 10-10. Vinco io e lo elimino.

Lui si alza e dice: “…il solito italiano…” Mentre raccolgo le fiches della vincita lui passa dietro di me e mi stringe la testa e mi tira il cappello da testa. Se ne va, lo rincorro e gli do una piccola spinta chiedendo come si permettesse. Lui si mette in posizione da pugile.

Io pensavo che volesse colpirmi e ci siamo avvicinati testa a testa e mi è partita una leggera testata per difesa…ho sbagliato ma la stanchezza e tensione mi hanno fatto sbagliare.

Non è colpa mia e poi gli ho chiesto comunque scusa e lui le ha accettate.”

Non giustifico assolutamente la testata e sono contro ogni tipo di violenza, e quella dell’avversario, che ha dato il via al tutto, è stata sia verbale che fisica e quando ci si comporta così ci si può aspettare una reazione come quella di Michele che, ripeto, per quanto sbagliata altrettanto ricca di attenuanti.