Mercoledì 28 febbraio il Bitcoin ha superato quota 60mila dollari. Una quota estremamente alta, un risultato straordinario e che segna il massimo da due anni a questa parte. Un risultato per molti inaspettato ma che ha sorpreso anche i più ottimisti e i più consapevoli di quanto sta accadendo nel mondo crypto.
Ne parliamo qui, presentando le ragioni di questo “rally” incredibile ed effettuando una riflessione sul breve termine. Risponderemo, insomma, alla domanda: che ne sarà del Bitcoin ora che ha raggiunto questo massimo?
Un 2024 magico per il Bitcoin
Attualmente, il Bitcoin staziona più o meno stabilmente sopra quota 60mila dollari. Per la precisione, tale quota è stata raggiunta alle ore 13.30 del 28 febbraio 2024. Era da metà novembre 2021 che il Bitcoin non vantava questi numeri, quindi si parla di un massimo a oltre due anni.
Se si guardano i grafici, però, questo risultato appare ben contestualizzato. D’altronde, il Bitcoin cresce più o meno ininterrottamente da più di un anno. Certo, partiva da un livello tutto sommato basso, almeno rispetto agli standard cui ci aveva abituati, ma che sembrava indire una inedita condizione di lateralità. Poi, a partire da gennaio 2023, l’inizio di un trend ribassista che, al netto di alcuni cedimenti e parecchi ritracciamenti, non ha praticamente sofferto di interruzioni rilevanti.
In particolare, il trend si è intensificato a partire da ottobre 2023, quando ha assunto i contorni di una vera e propria rivalutazione. Questa fase continua ancora oggi, anzi nel 2024 sembra essersi intensificata.
Le ragioni dietro il rally del Bitcoin
A cosa si deve questa corsa del Bitcoin? I motivi principali sono due, di cui uno strutturale e l’altro contingente.
Il motivo strutturale è l’approssimarsi dell’halving, ovvero del dimezzamento delle unità di Bitcoin estraibili mediante mining. Si tratta di un evento programmato, e anzi pensato per restringere di volta in volta l’offerta di criptovaluta e sostenere i prezzi. Essendo ben pianificato, gli investitori lo scontano un po’ alla volta, da qui la sua influenza a partire dal 2023.
Il motivo contingente è l’approvazione da parte della SEC (Securtity Exchange Commission) degli ETF spot a base Bitcoin. Una decisione epocale, che ha finalmente portato nell’alveo degli asset “normali” la celebre criptovaluta. Gli ETF sono strumento di gestione passiva che si caratterizzano per alcune dinamiche interessanti, come quelle che costringono – di fatto – i gestori a vendere ed acquistare il sottostante per mantenere i rendimenti fedeli alle oscillazioni di prezzo di quest’ultimo. Di base, dunque, l’approvazione degli ETF smuove il mercato. Se poi si considera il ritorno in termini di liquidità e di immagine, si comprende come tale decisione abbia impattato in maniera drammatica sulla domanda.
Da un lato abbiamo un fattore di riduzione dell’offerta, ovvero l’halving. Dall’altro lato abbiamo un fattore di espansione della domanda, ovvero l’approvazione degli ETF. Alla luce di ciò, di questa favorevolissima combinazione, l’apprezzamento del Bitcoin promette bene ma stupisce meno.
Il futuro del Bitcoin
Cosa dire circa il futuro? Per rispondere a questa domanda, è necessario valutare l’emivita dei fattori che abbiano appena descritto.
Per quanto concerne l’halving, è lecito pensare che presto o tardi gli investitori finiranno di scontare la riduzione dell’offerta. Per quanto concerne gli ETF, è altrettanto lecito pensare che prima o poi l’entusiasmo terminerà (senza per questo pensare a straordinarie implosione di bolla). Parlare di tempistiche precise è complicato, ma chi pensa al medio termine piuttosto che al breve termine potrebbe non essere smentito dai fatti.
Parimenti, è necessario valutare la portata psicologica della soglia dei 60mila. Per alcuni, potrebbe fungere da resistenza, ovvero da livello raggiunto il quale l’asset tende a rimbalzare e a invertire la rotta. In effetti, nelle ore successive al raggiungimento di questa quota si è assistita a una qualche forma di ritracciamento.