Il valore del Bitcoin sta diminuendo: i veri motivi [11-12 dicembre 2023]

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Valore del Bitcoin in calo

Il valore del Bitcoin sta diminuendo. Ciò non deve stupire, se si considera la volatilità di questo asset e le performance cui ci ha abituati in tutti questi anni. Tuttavia, il calo delle quotazioni si inserisce in un momento in cui la criptovaluta sembrava fare bene e anzi sostava su livelli molto alti, almeno rispetto a un un paio di mesi fa.

La buona notizia è che la contrazione del valore del Bitcoin è ben motivata. Ciò priva l’asset di un po’ di alea, di quella imprevedibilità che fin dai suoi esordi ha tenuto lontani gli investitori più accorti. Essere consapevoli delle motivazioni, delle cause scatenanti, significa dunque armarsi degli strumenti più efficaci per analizzare il mercato, anticipare nuovi futuri cali o la comparsa di trend positivi.

A quanto ammonta la quotazione Bitcoin Dollaro

Il Bitcoin, o per meglio dire il BTCUSD (il suo valore espresso in dollari) è in crescita da alcuni mesi. Certo, non sono mai mancate le oscillazioni, anche molto profonde. Tuttavia, è sufficiente dare un’occhiata a un qualsiasi grafico per rilevare un trend positivo piuttosto solido. Per giunta, partito da una base comunque importante, ovvero il range 28.000-32.000 che ha accompagnato la criptovaluta per tutta la parte centrale del 2023.

Il picco, ovvero il massimo a oltre un anno, è stato toccato di recente, l’8 dicembre, quando ha raggiunto quota 44.192 dollari. Dopo, è iniziato il calo. Al momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, non è possibile dire se sia destinato a durare. Allo stesso tempo, suona come un piccolo campanello d’allarme, poiché in corso già da un paio di giorni.

Fatto sta che per molti investitori questo consistente ritracciamento (dietrofront rispetto al trend generale) è più che sufficiente per giustificare un’uscita dal mercato. Secondo Coinglass, piattaforma informativa che funge quasi da osservatorio sulle criptovalute, durante la giornata del 12 dicembre si sono verificate liquidazioni per un valore pari a 100 milioni di dollari. Se si guarda al mercato delle criptovalute nel suo complesso, le liquidazioni hanno superato i 300 milioni. Ciò non deve stupire: l’effetto traino del Bitcoin (nel bene e nel male) è noto da sempre.

Bitcoin valore in picchiata, tutte le cause

Come accennato a inizio articolo, il calo del valore del Bitcoin può essere facilmente spiegato, almeno questa volta. In realtà, si dovrebbe parlare di concause. Ecco una panoramica.

  • Dati USA sull’occupazione. I dati USA sul mondo del lavoro sono migliori del previsto. Ciò potrebbe convincere la Fed a posticipare il ribasso dei tassi di interesse, mossa che viene effettuata quando l’economia è in sofferenza. Mossa che, in realtà, va a favore del Bitcoin in quanto contrae il valore del dollaro, asset rispetto al quale il Bitcoin si pone in un rapporto di proporzionalità inversa. Da qui, lo scetticismo circa la possibilità per il Bitcoin di mantenere il ritmo degli ultimi mesi, e la conseguenza ondata di vendite.
  • Ritardo nell’approvazione degli ETF spot. La SEC, il massimo organismo di vigilanza finanzaria degli Stati Uniti (e quindi del mondo) non si è ancora espressa sugli ETF spot a base Bitcoin. Secondo alcuni, un pessimo segnale. Ad oggi, gli unici ETF a base Bitcoin disponibili sul mercato coinvolgono i futures.
  • Raggiungimento di una resistenza. Il picco raggiunto l’8 dicembre non è esattamente una soglia psicologica ma potrebbe essere inteso come una resistenza, o un valore vicino alla resistenza. Il mercato, in un certo qual modo, ha intuito che il Bitcoin ha già dato tanto, se si considera il contesto attuale. Contesto che, come abbiamo visto, vede un dollaro sugli scudi e l’approvazione degli ETF ancora al palo.

L’impatto di questi fattori è vario ma concomitante. Per quanto possa apparire pesante, in grado di agire sul lungo periodo, va accolto con favore da chi vuole investire sul Bitcoin con raziocinio. Suggerisce infatti una dinamica fisiologica, una certa permeabilità agli eventi esterni che aggiunge leggibilità all’asset e lo avvicina a quelli più canonici (es. i titoli azionari).